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mercoledì 6 aprile 2016

C'era una volta

...una regina. Così cominciai a raccontare,alcuni anni fa,a un gruppo di dirigenti, attenti come bambini. All'epoca, questo era il mio modo di reagire al conformismo aziendale che,spesso,mi andava un po' stretto.

Buttavo lì una provocazione prima dell'intervallo, poi riprendevo come se nulla fosse,lasciando che la palla passasse ai partecipanti.

Quel giorno avevo detto "Ora ci prendiamo un caffè (ma quanti caffè mi bevevo?), poi vi racconto una favola". Ci eravamo ingoiati quella porcheria nerastra della macchinetta.Poi,come al solito,avevo ripreso il corso come se nulla fosse.

Loro,però, non si erano dimenticati. "E la favola?". Allora,come avrebbe fatto la loro mamma, ,mi rivolsi a un gruppo di direttori del personale e responsabili della formazione, e raccontai loro la storia.Non me l'ero inventata. La fiaba esisteva già in un libro dedicato ai giochi creativi.

C'era una volta una regina, molto affascinante, ricca e potente. Era rimasta sola, dopo la morte del re,in un castello pieno zeppo di diamanti e di rubini. Nello stesso castello viveva la giovane principessa,bella come il sole. Le due giovani donne conducevano così la loro agiata e solitaria esistenza, finché, su un bel cavallo bianco, capitò da quelle parti un giovane principe, anche lui bello come il sole. La principessa si innamorò di lui immediatamente, e lui ricambiò il suo amore.Ma la vedova nutriva ancora qualche velleità:se ne innamorò pure lei.E qui cominciarono i guai. Sì, perché la regina era potente. Si può dire che avesse il potere assoluto. Fu proprio in virtù di questo potere che impose ai due giovani, in un pigro pomeriggio in cui i tre se ne stavano nell'immenso parco,un orribile gioco. "Ora metterò due pietre in questo scrigno:un diamante e un rubino." disse la regina,che aggiunse "Poi chiuderò lo scrigno ed estrarrò una pietra.Se uscirà un diamante,tu,mia cara principessa, ti prenderai principe,castello,con tutte le ricchezze che contiene,e io me ne andrò per sempre. Se,invece,uscirà un rubino, allora io mi piglierò tutto e sarai tu a dovertene andare."

La regina,di soppiatto,infilò lesta due rubini nello scrigno.Ma la principessa si accorse di questo suo gioco sporco, e allora decise di....

A questo punto, il mio racconto si interruppe e proposi ai miei partecipanti di mettersi nei panni della principessa.

In fondo, a volte,funziona così anche in azienda. Ti accorgi,per caso,che un potente sta giocando sporco e tu potresti esserne danneggiato. Che cosa fai? Vai allo scontro frontale, rischiando il tutto per tutto? Lo smascheri? Lo denunci? Sei consapevole delle possibili conseguenze? Subisci? Te ne vai? Chiedi aiuto a qualcuno? Sei sicuro di poterti fidare? Giochi d'astuzia anche tu? Ne sei capace? Non c'è una soluzione giusta,come non c'è una soluzione sbagliata. La consapevolezza di ciò che sei,dei tuoi valori,di ciò che davvero vuoi, ti faranno prendere la via "giusta per te".L'importante è che tu ne sia convinto.

Erano stati creativi, molto. Mi ricordo quel tale che propose di dividere perfino le attenzioni del principe...

Mentre sentivo elencare le loro inclinazioni al compromesso, mi ricordai di quando io stessa avevo sentito narrare quella medesima favola da una mia amica psicologa,che poi,in separata sede,mi avrebbe messa in guardia da...me stessa. La mia reazione da partecipante,infatti,fu la seguente: "Ma , scusa, la regina è anche la mamma della principessa? Se io fossi la principessa,  le ricorderei che,come madre,lei non può che volermi bene,così come io ne voglio a lei.Non è possibile,in queste condizioni,farsi la guerra".

La diagnosi della mia amica fu la seguente: "Stai molto attenta. Tu ami il tuo lavoro e sei tendenzialmente fedele ai tuoi capi. Il problema è che dai per scontato il rapporto di reciproca lealtà.Mettendo l'affettività nel lavoro,rischi  grosso. La"regina" gioca sporco e tu credi che sia capace di sentimenti altruistici, sia pure nei confronti di un collaboratore? Cioè...di una principessa?Ma sei pazza?".

Mi sto ancora domandando se avesse ragione.


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