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lunedì 29 febbraio 2016

Chi sono io?

Ve lo siete mai chiesti? Chi sei tu? Chi sono io?

Generalmente estraggo dalla borsetta un biglietto da visita e così mi tolgo il pensiero.

Oppure, mi leggo la presentazione sulla quarta di copertina, o metto in fila le cose che ho fatto nella mia vita.

A seconda del contesto, mi posso definire come un fisico, un'insegnante, una figlia, una mamma, un'amica, un'innamorata (sempre della stessa persona...), una consulente aziendale, un'operatrice olistica, un'interprete, una casalinga disperata, una paziente, una cliente, una gran rompiscatole. Sono tutti ruoli, modi di essere, aspetti più o meno simpatici di me. Potrei dire che qualcuno è più importante o mi è più caro di altri. Per esempio "mamma" batte "insegnante" dieci a uno, "innamorata" batte fisico, "amica" batte "consulente", e così via. Ma cambia poco.

Un tempo qualcuno mi disse una cosa tenerissima, anche se abbastanza complicata. Mi disse che tutto si spiegava con la trasformata di Fourier. Ecco una frase carina che non può essere infilata in un cioccolatino, ma va a finire dritta dritta nei ricordi di studi fatti troppo tempo fa. Così cercai una spiegazione, magari poco scientifica, ma umanamente accessibile. Non la trovai. Perciò quello che farò ora sarà un tentativo maldestro di spiegare che cosa intendeva il mio amico.

La trasformata di Fourier permette di descrivere matematicamente una funzione dipendente dal tempo nel dominio delle frequenze. La funzione viene scomposta nella base delle funzioni esponenziali con un prodotto scalare. Questo è ciò che si chiama "spettro della funzione". Ma la cosa sorprendente è che la funzione è invertibile. A partire dalla trasformata di una funzione si risale alla stessa funzione. Chiaro ora? Mah...

Diciamo che era un modo un po' "nerd" di dirmi che, qualunque cosa io fossi diventata, sempre, tramite trasformata di Fourier, si sarebbe potuti tornare alla vera essenza di Loretta :-)

E allora quale è la vera essenza? Ciascuno la può interpretare come vuole. Quando io ricordo mio padre, scelgo su quali frequenze sintonizzarmi, magari mia madre ne sceglie altre. Sempre, però, arriviamo all'essenza di Papà, una parte della Coscienza Infinita che pervade l'Universo ed è fatta  di amore infinito.

Ecco perché essere se stessi vuol dire prendere contatto con quella parte che costituisce la nostra essenza.

Ci si arriva a volte con la meditazione. Si prende consapevolezza del corpo fisico. Anche quello cambia in continuazione (accipicchia, se cambia!). Diciamo con il corpo fisico, qui e ora.
Si ripete mentalmente "io sono", finché sparisce "sono", finché sparisce "io", finché rimane la vacuità, quella vacuità rassicurante in cui non c'è bisogno di dire nulla, dove tutto è presente e tutto si fonde.

Buona giornata. :-)



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